Storia
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Prima menzione scritta
delle Saline di Pirano, avutasi nell’ambito del Placito di Risano, quando gli
inviati di Carlo Magno discussero nell’omonima località delle saline dell’isola
di Pago. In quegli anni a Pirano erano in funzione alcune piccole saline di
proprietà dei conventi del luogo.
933
Le cittadine sulle sponde dell’Adriatico orientale s’impegnano a vendere il sale alla Repubblica di Venezia.
Questa, per consolidare il proprio potere economico nel Mediterraneo distrusse le saline della parte occidentale, mentre in Istria e nell’Adriatico settentrionale, per esercitare in quei territori la propria influenza, concesse alle città addirittura una parziale autonomia nella produzione e vendita del sale.
1274 – 1278
Nel periodo dal 1274 – 1278 le Saline di Pirano comprendono le Saline Fazzan a Lucia, le Saline di Strugnano e quelle di Siccole.Nel statuto di Pirano si definisce il regolamento sul controllo delle saline, i diritti della cittá sulla produzione e sulla vendita del sale.
1358
Con l’obiettivo di aumentare la resa del processo di produzione del sale a Pirano le saline si modernizzano, applicando le tecniche di produzione dei campi saliferi dell’isola di Pago.
Ivi si produceva un sale bianchissimo, su una base di un miscuglio fangoso fatto di sostanze minerali ed elementi microbiologici, detto petola.
1460
Durante una nuova ondata di distruzione delle saline nel Mediterraneo, con la quale i Veneziani intendevano ribadire la loro egemonia, le Saline di Sicciole rimasero intatte, diventando le più grandi e le più importanti di tutto l’Adriatico nord orientale, ovvero della Repubblica di Venezia.
Grazie ai proventi che ne derivavano, il Comune di Pirano poté intraprendere importanti lavori di ristrutturazione nelle saline. Alla fine del 14° secolo fu avviata la costruzione di nuovi bacini di forma geometrica, posti in file regolari, ben divisi tra quelli per l’evaporazione e quelli per la cristallizzazione. Seguirono 300 lunghi anni di produzione, ossia il periodo d’oro delle Saline di Pirano, disturbato solamente da qualche evento naturale o dalla solita bramosia di qualche singolo per arricchire il prima possibile.
1797
Fine della dominazione veneta. Le saline istriane passano sotto l’amministrazione austriaca.
1814
Nell’Impero austro-ungarico il sale diventa monopolio di stato.
1903
Il governo austriaco acquista i fondi saliferi dai piccoli produttori avviando una produzione più intensa per battere la concorrenza delle saline siciliane.
Viene introdotto l’uso dell’aerometro di Baume e si rinforzano gli argini di protezione. A Lera si riuniscono i bacini di cristalizzazione in un unico grande bacino nel mezzo delle saline, circondato da quelli per le diverse fasi dell’evaporazione. Si decide di raccogliere il sale ogni sette-otto giorni (ma più tardi si reintroduce la raccolta giornaliera) e l’uso di particolari carriole per il trasporto.
1918
Dopo lo sfacelo dell’Impero Austriaco le Saline di Pirano passano sotto l’amministrazione italiana.
Vengono ristrutturate, fatto che incide sulla quantità e sulla qualità del sale prodotto.
1945
Il periodo del Territorio libero di Trieste registra delle buone annate con un ottimo rendimento delle saline.
1957
Sotto l’amministrazione della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia le saline vengono ristrutturate per l’ultima volta. Viene deviato anche il corso del fiume Dragona, che viene collegato al canale di S. Odorico per evitare le tracimazioni. Nonostante la forza lavoro e le stagioni favorevoli, che permettevano delle annate di produzione record, fino a 40.000 tonn. di sale, l’interesse per questo prodotto si affievolisce a causa del maggiore consumo di sale di origine minerale.
1961
Si paventa la riconversione delle Saline di Pirano verso la produzione industriale del sale.
La concessione per lo sfruttamento del minerale a Fontanigge, Lera, Fasano e Strugnano viene data all’azienda Saline di Pirano di Portorose. Un anno dopo vengono già sfruttati i terreni e le costruzioni di proprietà sociale delle aree in questione.
1967
L’azienda Saline di Pirano si fonde con l’impresa Droga di Portorose.
1968
A causa di una produzione eccessiva e dei costi troppo alti viene interrotta la produzione di sale nelle zone di Fontanigge e Fasano (Lucia).
1976
Inizio di un decennio nel corso del quale vengono studiate delle soluzioni, rinnovate le infrastrutture e varati degli interventi economici per aumentare il rendimento dello sfruttamento delle saline, purtroppo però con scarsi risultati.
1988
Viene fondata l’azienda SOLINE Pridelava soli d.o.o., società della Droga Portorož.
1990
Si approva il Decreto comunale con il quale le saline di Sicciole e di Strugnano vengono dichiarate aree protette.
1992
Atto di notificazione sull’eredità giuridica della Repubblica anche riguardo alla Convenzione, già ratificata dall’ex Jugoslavia, sull’inclusione delle Saline di Sicciole nell’elenco delle zone umide di importanza internazionale o Convenzione di Ramsar.
1993
Il Consiglio comunale dimostra il proprio interesse verso le saline approvando la Risoluzione sul valore del Parco naturale delle Saline di Sicciole, ed individuando nell’azienda Droga di Portorose l’amministratore dell’area, da dedicare ancor sempre alla produzione del sale. Il relativo Decreto sulle condizioni d’assetto territoriale stabilisce anche le aree per lo sviluppo della maricoltura e del turismo della salute.
1999
La Droga di Portorose sulla base della Legge sulla tutela della natura esclude la produzione di sale dall’azienda SOLINE Pridelava soli d.o.o..
2000
L’azienda SOLINE Pridelava soli d.o.o. partecipa al bando per la definizione del gestore del Parco naturale delle Saline di Sicciole e vince il concorso.
2001
Il Governo della Repubblica di Slovenia approva il Decreto sul Parco naturale delle Saline di Sicciole con l’obiettivo di tutelare l’area naturale in questione e la biodiversità di questo specifico ecosistema.
2002
L’azienda SOLINE Pridelva soli d.o.o. diventa di proprietà della Mobitel d.d..
2003
Il 12 luglio 2003 il ministro per l’ambiente Janez Kopač e il direttore dell’azienda SOLINE Pridelava soli d.o.o. Alojz Jurjec firmano nelle Saline di Sicciole la concessione per la gestione del Parco naturale delle Saline di Sicciole.
2004
Il 30.4.2004 con il Decreto sulle speciali aree protette (zone Natura 2000), Gazzetta ufficiale della Republica di Slovenia, num. 49/04 e con Il Decreto sulle modifiche e sulle integrazioni del Decreto delle speciali aree protette (zone Natura 2000), Gazzetta ufficiale della Republica di Slovenia, num .110/04 il Governo determina le aree NATURA 2000.
Nonostante la tutela legale al livello nazionale (Decreto del Governo della Republica di Slovenia sul Parco naturale) e quella della protezione internazionale (Convenzione di Ramsar) si puó ancora in diversi documenti di pianificazione locali e nazionali, rintracciare l'idea dell'intervento nella zona delle Saline e la sua trasformazione.
Dal momento che lo Stato è obbligato a proteggere e mantenere tali aree in modo corretto è di vitale importanza l'annuncio delle aree NATURA 2000.
2011
L'ufficio della comunicazione del Governo della Republica di Slovenia ha riferito che alla riunione ufficciale del 30.6.2011 ha adottato il Decreto relativo al piano di gestione del Parco Naturale delle Saline di Sicciole per il periodo 2011-2021 che si basa sulla legge sulla Conservazione della natura e sul Decreto del Parco Naturale delle Saline di Sicciole.
Nel Decreto del Parco naturale é precisato che per la gestione delle Saline di Sicciole bisogna adottare il Piano di gestione. Il modo per la preparazione del Piano per la gestione delle aree protette é definito dalla legge. Il Decreto adottato definisce e stabilisce le condizioni d'investimenti e la conservazione dei beni immobiliari di proprietà dello Stato.
Il nuovo piano di gestione é confermato per 10 anni fino al 2021, dove sono definite la visione e lo sviluppo delle Saline di Sicciole.
Il Piano di gestione è stato creato sulla base delle norme e convenzioni internazionali per la conservazione della natura, valutazione e analisi della situazione nel parco considerando la parte economica dell'uso delle risorse minerarie che si svolge sulla base della concessione rilasciata. Inoltre va considerata anche la tutela del patrimonio dei beni culturali all'interno dell'area del Museo dei Salinai.